lunedì 12 aprile 2010

La fuffa dei lettori #3: Guacamole partenopeo

Oggi le ricette della fuffa ospitano una ricetta che più fuffosa non si può...

Metti che una sera venga organizzata una “cena della fuffa” a casa di un’amica e aprendo casualmente il frigo ti imbatti in un avocado tagliato a metà, che solitario e orgoglioso si mette in mostra vicino a un cespo di insalata. Metti che scopri che l’altra metà (orrore!) è finita in un’insalata.

Non resta che una sola cosa da fare, rendere giustizia alla metà restante.
È già difficile non essere né carne né pesce, ma quando non si è né frutta né verdura è veramente un destino ingrato, per cui l’unica fine degna di un avocado è il guacamole: morbido, vellutato e irresistibile.

Non importa seguire una ricetta particolare. Come tutti i piatti della tradizione, il guacamole ha mille ricette codificate e, come per il ragù o gli agnolotti in Italia, ogni massaia messicana ha la sua ricetta segreta.
Quindi si improvvisa. E si continua a ficcare il naso nella dispensa altrui (le amiche sono note per la loro pazienza e arrendevolezza).



Ingredienti e preparazione:

Prendete una cipolla e tritatela finemente. Aggiungete qualche pomodorino. Se avete una falda di peperone avanzato, aggiungetela al composto.
Nel mio caso tre pomodori ciliegino mi sono sembrati pochi, per cui ho aggiunto qualche cucchiaiata di salsa di pomodoro, dando un tocco napoletano a questa salsa di un altro sud del mondo.
A questo punto sbucciate l’avocado e, dopo averlo tagliato a tocchetti, schiacciatelo con la forchetta. Niente mixer, per carità. L’avocado merita rispetto e deve essere affrontato con un’arma bianca.
Mescolate delicatamente tutti gli ingredienti. Aggiungete qualche goccia di limone, un po’ di tabasco o del peperoncino. Irrorate con un po’ di olio extravergine d’oliva (siamo pur sempre in Italia e poi questo è un guacamole partenopeo…).
Accompagnamento ideale: margarita ghiacciato e nachos.
Ma se è una serata fuffosa, un bel calice di prosecco e del pane tostato vanno benissimo lo stesso.

Ospite del giorno Rebecca, che di sè ci racconta:

Quello che mi ha fregato è stato il “Manuale di Nonna Papera”. Avevo 10 anni e mi sono cimentata nella crema armena (verificate, è una delle prime ricette). Disgraziatamente ho invertito le dosi di farina e fecola di patate. L’unico ad avere il coraggio di mangiare qualche cucchiaiata di quella terribile colla per tappezzeria è stato mio padre… ma il mio destino era segnato.
Sono passati quasi trent’anni, ma ancora non so resistere di fronte a un manuale di cucina e grazie a Internet ho scoperto che esiste una categoria nella quale posso riconoscermi, quella delle cook book addict (detto in inglese suona altisonante…).
La cucina è il mio ambiente ideale e concepisco un’automobile solo se ha un bagagliaio molto capiente, nel quale stipare i miei bottini vacanzieri. L’apice, per ora, l’ho raggiunto trasportando un jamon serrano, ad agosto, da Travelez (Alpujarras, vicino a Malaga) all’Isola d’Elba.
Ma il viaggio continua…


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2 commenti: