mercoledì 3 novembre 2010

A cena con Monsieur le Directeur Général...

Ha piovuto, piovuto, piovuto.
E adesso il timido sole che finalmente ha deciso di spuntare è annegato nella nebbia.
Quale momento migliore per sognare luoghi caldi ed esotici?
Per aiutarvi a lasciare il vostro corpo sulla sedia, davanti al monitor, al libro di scuola o altrove, e vagabondare con la mente verso sud, niente di meglio della ricetta camerunese che abbiamo da tempo promesso, da tempo sperimentato, ma non ancora condiviso (sembrerà curioso e poco credibile, ma anche le vostre fuffologhe talvolta lavorano): il poulet DG, dove DG sta per “directeur général”. Un piatto, come dice il nome, per le grandi occasioni e gli ospiti importanti: dunque ricco, gustoso, decisamente saziante.

Naturalmente, come tutti i piatti tradizionali, ha un milione di varianti possibili... Questa è quella riprodotta “a naso”, corrispondente nel gusto a quanto assaggiato in Cameroun, ma adattata per ridurre un po’ i tempi di preparazione, scegliendo i bocconcini di petto di pollo al posto del pennuto intero.

Il tutto non è proprio ad altissimo tasso di fuffa, ma fidatevi: il segreto è avere un po’ di tempo, mettere su la musica adeguata, ballare senza ritegno mentre pulite le verdure, aspirare ben bene il profumo delle spezie e poi via: il poulet sarà pronto e voi sarete ancora lì a dimenarvi e fischiettare.
Garantito.

Colonna sonora consigliata: “The best of Manu Dibango” o “Soul Makossa”, sempre Manu Dibango

PS: gli amici torinesi che abbiano voglia di assaggiare un poulet DG autenticamente camerunese possono fare un salto al Jardin d’Afrique (il proprietario è di Yaoundè), in via Feletto, zona corso Giulio Cesare: il posto è abbastanza grezzo, ve lo diciamo (anche se ci hanno assicurato che stanno per avviare lavori di ristrutturazione) e probabilmente sarete gli unici avventori italiani, ma questo è il bello! L’atmosfera è esattamente quella che abbiamo respirato in Camerun - musica, trasmissioni di calcio in tv e birra solo da 66cl compresi.


Poulet DG

Ingredienti per 4 persone

1 petto di pollo di grandi dimensioni
1 grossa cipolla
3 peperoni (possibilmente uno verde, uno rosso e uno giallo)
fagiolini (a piacere, non ho calcolato le quantità... la precisione non è fuffosa!)
3 carote
1 zucchina
2 plantain o banane platano (e qui scatta la domanda: dove diamine le trovo? Scovate all’Ipercoop di Beinasco, solitamente sono reperibili nei negozi di prodotti esotici e penso immancabili a Porta Palazzo)
2 pomodori
Aglio
Curry
Zenzero fresco
Paprika o peperoncino

Tagliare il pollo a pezzettini non troppo piccoli e farlo marinare con 1/4 di cipolla tritata, uno spicchio d’aglio, un cucchiaino di curry, un pizzico di paprika e olio a piacere. Più tempo se ne starà a meditare nel frigo, migliore sarà. Intanto pulire le verdure e prepararle per l’uso: tagliarle a pezzi (i plantain vanno ridotti a rondelle non troppo sottili, un cm circa), sbollentare i fagiolini per ammorbidirli, condire i pomodori con olio, sale, uno spicchio d’aglio.
Quando il pollo sarà ben marinato, farlo saltare in padella fino a cottura, poi metterlo da parte.
In una casseruola capiente (non lesinate sulle dimensioni o la verdura ci metterà un secolo a cuocere e non riuscirete mai a cacciarci dentro anche il pollo!) far soffriggere la cipolla in poco olio, finché non sarà morbida e quasi trasparente, quindi aggiungere le carote, poi i peperoni e infine i fagiolini e la zucchina. Pelare e grattuggiare lo zenzero e unirlo alle verdure.
Lasciar cuocere 5/6 minuti, aggiustando di sale, quindi aggiungere i pomodori con la loro acqua e il condimento e continuare la cottura per altri 10 minuti.
Unire il pollo, mescolare bene e quindi cuocere per altri 25/30 minuti, ricordando di aggiungere un po’ d’acqua se il tutto dovesse asciugarsi troppo.
Nel frattempo friggere i plantain e unirli al pollo e alle verdure poco prima di togliere dal fuoco.
Servire tiepido, eventualmente accompagnato da riso pilaf.

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